La Città di Cagliari

Cagliari è la città del Sole, capace di rendere orgogliosi i suoi abitanti ma anche di entusiasmare chi ci arriva per la prima volta. È capoluogo ma anche paese, è mare ma anche collina, è Sardegna che si apre al mondo.

La città, costruita su sette colli, ha saputo adattarsi alla modernità senza cancellare il suo passato. I 4 rioni storici, dalla Marina a Castello, con Stampace e Villanova ai lati, raccontano la Cagliari più vera e verace. Quella più antica e per questo ricca di storia, archeologia, architettura, più turistica.

Cagliari oggi è una città cosmopolita. È anche il risultato del suo passato, a seguito del susseguirsi di tante civiltà, da quella fenicio-punica a quella romana, e poi vandala, bizantina, pisana, aragonese e spagnola, piemontese. Lo è perché sempre più stranieri vengono a scoprirla e, spesso, se ne innamorano.

Quella stratificazione di civiltà, difficilmente riscontrabile altrove, nel tempo ha trovato terreno fertile anche tra le mura degli edifici che esprimono cultura, imponenti testimoni dei tanti cambiamenti della società, ma anche della nascita e della crescita di grandi artisti, oltre che di eventi catastrofici, compresi incendi e bombardamenti, senza mai cedere alla morte.

In una città di mare e arte come Cagliari, i teatri possono essere colpiti, ma mai distrutti, sconfitti. Tanti di essi sono stati riadattati, hanno assunto forme diverse, ma hanno continuato a dare la possibilità di ascoltare storie e vedere spettacoli.

Dal Teatro Civico, completato dal Cima nel 1836 e bombardato durante la Seconda Guerra Mondiale, al Teatro Massimo, nato a metà XX secolo per volere della famiglia cagliaritana dei Merello, dal Teatro Lirico, uno dei più avveniristici del Dopoguerra, all’Auditorium del Conservatorio, apprezzato anche per la sua architettura solenne, fino a Sa Manifattura, ex edificio industriale diventato oggi moderna sede di iniziative culturali, artistiche, scientifiche, imprenditoriali e ricreative.

Cagliari è viva ed esprime cultura.

I luoghi della NID 2023

Auditorium del Conservatorio

Nella piazza dedicata a Ennio Porrino, Direttore del Conservatorio di Cagliari nella metà del secolo scorso e musicista di fama internazionale, nel 1964 venne approvato il progetto, poi avviato 3 anni dopo, per la costruzione dell’Auditorium e dell’attiguo Conservatorio Statale di Musica “Giovani Pierluigi da Palestrina”.

Il piano prevedeva l’edificazione di due strutture, il ‘corpo Scuola’ e il ‘corpo Auditorium’, integrate in un unico edificio. Il primo, utilizzato già dal 1971 anche se completato due anni più tardi, fu definito il più moderno e funzionale fra tutti i Conservatori d’Italia e fra i più notevoli a livello europeo, soprattutto per l’ottimo isolamento acustico creato per le aule di insegnamento.

La nuova struttura mirava a irrobustire l’offerta di studi musicali, particolarmente importante in una città a vocazione artistica come Cagliari, come testimoniarono subito i 700 iscritti. L’Auditorium ad esso annesso era la ciliegina sulla torta: con i suoi 800 posti a sedere è ancor oggi il secondo teatro della città per capienza.

Il complesso, con la solenne architettura impreziosita dai motivi musicali, ha dato un importante contributo al potenziamento della cultura musicale del capoluogo.

Il Teatro Massimo

Il Teatro Massimo fu edificato nel 1947, a seguito della distruzione del Teatro Civico di Castello, colpito dai bombardamenti degli Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale.

Dalle mura di un vecchio mulino a vapore, quando fu messa in vendita la Società Esercizio Mulini, il facoltoso Baciccia Merello, con la complicità dell’impresario Ivo Mazzei, molto conosciuto in città in ambito teatrale, volle avviare il progetto del cineteatro, che includeva anche, all’esterno della struttura, il Cinegiardino immerso nel verde. Fu predisposto da due giovani architetti cagliaritani: Oddone Devoto ed Emilio Stefano Garau.

Ospitò da subito i grandi della lirica, quali ad esempio Maria Callas e Beniamino Gigli, e del teatro, come Vittorio Gassman ed Eduardo De Filippo. Poi nel 1960 conquistò la ribalta nazionale ospitando la serata finale di “Canzonissima”, il programma legato alla lotteria nazionale che valse la prima diretta televisiva dalla Sardegna.

Nella stagione teatrale 1981/82, in collaborazione con l’Ente Teatrale Italiano (ETI), nasce proprio dal Teatro Massimo il Circuito Teatrale Regionale Sardo, volto alla distribuzione della produzione nazionale nel capoluogo e nelle diverse località dell’Isola

Sempre in quegli anni il teatro accolse il Festival Jazz in Sardegna, con ottimi riscontri. Nel 1980, anche a seguito della presenza dell’Art Ensemble of Chicago, Cagliari divenne una delle più importanti capitali del jazz. Anche per questo motivo quando la famiglia Merello valutò la demolizione, il Comune propose alla stessa uno scambio di aree, salvando di fatto la struttura, divenuta negli anni simbolo della rinascita culturale della città.

Tuttavia nel 1982, in seguito a un incendio, il teatro venne chiuso per problemi all’impianto elettrico. In occasione dei successivi lavori di restauro sono state rinvenute nove cisterne di epoca romana, rivestite di coccio pesto, e un pozzo di sfiato a imboccatura quadrata risalente al periodo in cui un quel tratto del territorio passava l’acquedotto romano.

Dopo un periodo di oblio, dal 2009 è sede permanente della stagione di prosa del Ce.D.A.C. – “Centro Diffusione Attività Culturali”. Nel 2015 il Teatro è stato anche la sede del TRIC – Teatro di Rilevante Interesse Culturale – Soc. Coop. Teatro di Sardegna. Dal 2022 è stata avviata una nuova fase di gestione del teatro  a cura del Ce.D.A.C.- Circuito Multidisciplinare e dall’Associazione Festival Internazionale Jazz in Sardegna.

Il prospetto principale si affaccia su via Trento, mentre quello posteriore dà a un cortile interno. Un altro lato si apre su via De Magistris, dove è anche situato l’attuale ingresso principale per gli spettatori.

Sa Manifattura

Lungo la muraglia del quartiere Marina alla fine del Quattrocento i frati minori osservanti edificarono il loro convento, poi gravemente danneggiato nel 1717 a seguito degli attacchi degli spagnoli. È su quelle rovine che venne avviata nel primo decennio dell’Ottocento la Manifattura Tabacchi, industria di successo grazie soprattutto ai sigari toscani. Tale fiorente mercato garantì forti entrate nelle casse dello Stato, senza conoscere crisi fino agli anni Sessanta del secolo scorso.

La Manifattura era un mondo a parte, una gigantesca città nella città dove lavoravano centinaia di operai e operaie. Fu infatti una delle prime fabbriche di Cagliari a fornire un impiego stabile e una remunerazione certa ai dipendenti, donne comprese, che finalmente potevano percepire salari dignitosi rispetto agli stipendi medi del proletariato femminile dell’epoca.

La crisi degli anni Novanta ha infine determinato una razionalizzazione del sistema produttivo italiano da parte dell’Ente Tabacchi Italiano. Molte manifatture vennero chiuse e tra queste anche Cagliari. Il 17 dicembre del 2001 venne prodotto l’ultimo pacchetto di sigarette e i lavoratori mandati a casa.

La cessione dello stabilimento da parte del Demanio a un gruppo privato fu poi bloccata dalla Regione, che dopo una lunga battaglia in Parlamento potè finalmente acquisirla, per poi affidarne la gestione, dal 2016, a Sardegna Ricerche. L’Agenzia Regionale persegue finalità quali la promozione della ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico, l’assistenza e la promozione delle imprese.

Oggi la struttura, investita anch’essa dalla crescita urbana, brilla in pieno centro-città: il quadrilatero di 20.000 m², protetto da mura perimetrali alte e impenetrabili, è un importante sito di archeologia industriale cittadina.

E ha trovato una nuova identità: è infatti diventata la fabbrica della creatività, un centro riservato allo svolgimento di nuove attività legate alle produzioni artistiche e culturali. I locali sono luogo di incontro e confronto per progetti innovativi legati al bacino del Mediterraneo. Un moderno centro culturale, dove la memoria di ciò che la struttura ha rappresentato per la città resta indelebile, come testimone muto di un passato operoso, ma anche come superbo motivo d’ispirazione.

Il Teatro Doglio

Riaperto nel 2021 dopo trent’anni di chiusura, il Teatro Doglio ha restituito a Cagliari un indirizzo prezioso per appuntamenti culturali di grande qualità. Scoperto per caso durante i lavori di ristrutturazione del vicino Palazzo Doglio, è un autentico gioiello architettonico degli anni ’60. Inserito all’interno del progetto di riqualificazione che fa capo a Palazzo Doglio, la riapertura del Teatro rianima uno dei quartieri storici della città. Ripensato come uno spazio contemporaneo, Teatro Doglio ha una struttura polifunzionale ed è presto diventato un punto di riferimento per l’agenda culturale del capoluogo sardo.