concept, coreografia e scene Paola Bianchi
musica originale Davide Fabbri, Giacomo Calli e Luca Giovagnoli
titolo musica Brave
interpreti Valentina Bravetti e Paola Bianchi
luci Paolo Pollo Rodighiero
costumi Paola Bianchi realizzati da Liana Gervasi
collaborazione artistica Roberta Nicolai
foto di scena Gianluca Camporesi
produzione Città di Ebla / Festival Ipercorpo, coproduzione PinDoc, residenza artistica Santarcangelo dei Teatri, si ringrazia Societas, Teatro Comandini
con il contributo di MiC, Regione Siciliana, Regione Emilia Romagna, Comune di Forlì
durata 45 minuti
Frutto di un lungo lavoro di ricerca intorno al tema della compresenza di due corpi diversi per abilità e percezione, di un’indagine approfondita sulla relazione, sul supporto vicendevole, sull’accettazione di limiti invalicabili pur tendendo al loro superamento, BRAVE nasce da un forte desiderio che non mette in azione i soli corpi nella scena ma, una piccola comunità che accoglie e protegge. Non c’è bravura, non c’è coraggio. C’è determinazione e desiderio. Ci sono due corpi che si incontrano: uno che torna in scena dopo nove anni di assenza, e l’altro che cerca una nuova modalità di presenza nella scena.
Iniziato nel maggio 2019 con un dialogo a distanza tra la coreografa e la danzatrice e proseguito in presenza dal 2021, lo spettacolo è parte del progetto di ricerca coreografica ELP di Paola Bianchi, un’indagine sulla relazione tra parola descrittiva e danza attraverso la trasmissione via audio di archivi di posture. Le descrizioni delle posture del corpo di Paola Bianchi nell’atto di incarnare le immagini presenti negli archivi di ELP hanno generato gli stati del corpo di Valentina Bravetti, portandola ad assumere forme, tensioni e ritmi personali, svincolati dal modello visivo del corpo della coreografa. La forma del tappeto rosso che contiene l’azione e le linee guida dello spazio in senso coreografico sono state determinate dalla Deposizione di Rosso Fiorentino, tavola conservata alla Pinacoteca di Volterra. L’analisi delle posture delle figure che circondano il cristo in un balletto di mani e di sguardi è diventata l’asse portante di una parte del lavoro coreografico.